cliente
TRUST Villa Corsi Salviati
località
Sesto Fiorentino (FI)
date
Progettazione Settembre 2022
Inizio lavori Gennaio 2023
Fine lavori Novembre 2024
team
Arch. Gianfranco Franchi (team leader)
Arch. Giorgio Galletti (consulente storico-paesaggistico)
Arch. Tommaso Castellani
Dott. agr. Irene Benvenuti
rup
Ing. Alessandro Degl’Innocenti
dimensioni
19.500 mq
costo
€ 778.604,00 (finanziamento PNRR)
Dettagli del progetto
Il giardino Guicciardini Corsi Salviati è un’importante testimonianza storica, risultato di stratificazioni di stili che nel corso di oltre quattro secoli ne hanno strettamente connesso le varie componenti, fino a formare un unico organismo nel quale gli aspetti architettonici della villa e quelli del paesaggio circostante confluiscono e convivono in armonia.
Il giardino ha origini nella seconda metà del Cinquecento. Dopo le trasformazioni volute all’inizio del XVIII secolo dai fratelli Antonio e Domenico Maria Corsi, dirette dall’architetto Ferdinando Ruggieri (1678-1741), assunse una forma barocca.
A questa fase appartiene la singolare ragnaia (struttura vegetale per l’uccellagione) che si sviluppa lungo un canale alimentato da una vaschetta adornata con un intreccio di delfini. Il giardino fu dotato di un ricchissimo apparato decorativo di sculture. Con Amerigo Corsi (1788-1850) tutta l’area di levante fu trasformata in giardino paesaggistico. Fu creato un laghetto, con un’isola accessibile tramite un ponticello. A queste trasformazioni si aggiunsero quelle dovute a Francesco Antonio Corsi (1814-1878) e al figlio Bardo (1844-1907), che vi crearono un lussureggiante giardino di acclimazione con specie esotiche. Con l’affermarsi del revival del giardino all’italiana, agli inizi del Novecento si assiste poi a un’ulteriore e definitiva modifica. Giulio Guicciardini (1887-1958), erede di Bardo, affrontò un ripristino parziale, eliminando gran parte del giardino paesaggistico con la ricostruzione di spalliere e boschetti di leccio e un’area quadri-partita, detta “della signorina”, adiacente a un labirinto di bosso.
Il giardino si trovava in condizioni abbastanza precarie, soprattutto per quanto riguarda il bosco all’inglese, il labirinto, la ragnaia e le altre strutture vegetali e architettoniche presenti. Nonostante sia ubicato in un’area ormai fortemente urbanizzata, esso rimane il simbolo di uno stretto rapporto con il territorio circostante, pur mutato nel tempo ma ancora apprezzabile, della vasta fattoria che aveva il suo fulcro nella villa.
Il progetto di restauro, finanziato da fondi PNRR e curato dalla famiglia Guicciardini Corsi Salviati, ha permesso di intervenire per mettere in sicurezza il vasto patrimonio arboreo e botanico e la struttura complessiva del giardino.
In particolare, gli interventi hanno inteso restaurare i vari giardini formali presenti, come il “giardino della signorina” e i parterre; rinnovare e rendere efficiente l’impianto idraulico delle numerose vasche, ottimizzarne i flussi e ridurre gli sprechi; ripristinare la funzionalità del laghetto romantico e della ragnaia con interventi di restauro della sua struttura e del canale d’acqua che la rende unica. A questi interventi si è aggiunto il restauro del labirinto attraverso un’opera di recupero e rigenerazione delle piante di bosso esistenti.